POLISPORTIVA NIEVO - PRINCIPI DEL JUDO - AIKIDO

 

 

Storia dell'AIKIDO

 

Tra le moderne discipline del combattimento derivate dalle varie forme in uso dai BUSHI del Giappone feudale, l'arte dell'Aikido sembra l'unico metodo che, a tutti i livelli, è basato sulla dottrina del "Haragei". Hara (centro) e Ki (energia vitale) vengono considerati di così fondamentale importanza che senza di essi l'Aikido non esiste. 

I fattori esteriori dell'arte, le tecniche d'immobilizzazione e di proiezione sono elementi importanti del metodo, ma la loro esatta esecuzione dipende dal giusto sviluppo e dall'efficiente utilizzazione di quel Centro interiore di stabilità mentale e di energia coordinata.

Nell'Aikido, perciò, tutti gli esercizi tendono a sviluppare questa centralizzazione interiore e la sua estensione coordinata delle energie vitali.

L'arte, infatti, impiega anche antiche discipline di meditazione concentrazione e respirazione addominale.

Tutti questi esercizi, tuttavia sono considerati come vettori dell'energia centralizzata, modi di controllare la realtà (concreta ed immediata) e non semplicemente come guide alla contemplazione statica o all'introspezione viste come fine a se stesse.

Ogni forma di Aiki è una tecnica per addestrarsi al controllo del KI, questa forza illusoria, sfuggente, fluida ed indefinibile.

Arte marziale sviluppata a partire dal 1931 da Ueshiba Morihei (1881 - 1969), l'Aikido è dunque un budo "moderno", adatto alla nostra epoca. Esso propone al di là delle tecniche difensive individuali, un'arte di vita basata sull'Aiki.

Ueshiba Morihei, che sin da giovane aveva studiato con passione le tecniche di Ju-Jitsu, di Ken-Jitsu, del maneggio della Naginata e quella del combattimento con il bastone secondo la tradizione Daito-ryù, trovando che queste tecniche erano troppo impregnate di filosofia guerriera, concepì un metodo unicamente difensivo, che possedeva spirito di decisione, conoscenza dell'anatomia umana e rapidità d'esecuzione nelle tecniche di difesa contro uno o più avversari.

Ueshiba volle creare un arte difensiva individuale tipicamente Giapponese, spogliandola da ogni inquinamento di tecniche Cinesi. Egli infatti si inspirò sopratutto alle antiche tecniche di combattimento con la sciabola, senza tuttavia ricorrere a quest'arma. L'Aikido è così diventato un metodo di combattimento a mani nude, anche contro un avversario armato. Per tale motivo, quindi, in Aikido si adottano due categorie di tecniche: quelle di "controllo" (Katame -Waza) e quelle di "proiezione" (Nage-Waza). Esistono in Aikido più di 700 tecniche differenti appartenenti a questi due Waza, tutte più o meno derivate da Kata (forme) di base consistenti nel difendersi da prese di mano, nel proiettare l'avversario al suolo bloccandone le membra ed infine nell'immobilizzarlo ponendolo in leva articolare. Queste tre serie di movimenti costituiscono nell'Aikido la base di tutte le tecniche difensive.

 

  

 

 

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 Principio base dell'Aikido

 

Il termine Aikido può essere tradotto come “la via per apprendere ad armonizzare l’energia vitale”, sebbene così facendo si perda tutto quell’insieme di diverse sfumature di significato che i tre ideogrammi che lo compongono (Ki in particolare) possono assumere. L’Aikido rappresenta un’intelligente ed accurata sintesi di svariate scuole di arti marziali tradizionali legate al Budo classico, tanto a mani nude (principalmente di Kito Ryu e Daito Ryu Aikijutsu, oltre che di altre scuole di Jujutsu ), quanto armate (scuole di Kenjutsu in particolare, principalmente KashimaShinto Ryu e Katori Shinto Ryu). Se a ciò sommiamo una ben precisa filosofia di fondo che lo contraddistingue, otteniamo una disciplina di autodifesa raffinata e complessa, ma non per questo meno efficace.

Conviene sottolineare innanzitutto che ho volontariamente parlato di “autodifesa”, poiché, unica tra le arti marziali, non prevede l’insegnamento di nessuna tecnica offensiva, ma solo di quelle che consentono di rispondere nella migliore delle maniere ad un’eventuale aggressione. Il motivo è presto spiegato. Per quanto sia arduo cercare di definire in poche righe le caratteristiche peculiari dell’Aikido, si deve sicuramente iniziare da quello che ne è il principio portante: scopo dell’Aikido è riuscire a neutralizzare l’aggressore, cercando, nei limiti della propria sicurezza e valutando opportunamente la situazione, di arrecargli il minor danno possibile e per raggiungere questo risultato si segue il principio di controllare l’attacco guidandolo. Il praticante di Aikido, infatti, non cerca mai di opporsi ad un colpo, evita ogni urto, ogni contrasto, ma al contrario cerca di incanalare (facendo per altro uno sforzo minimo da parte sua) l’irruenza, l’inerzia, l’energia cinetica dell’attaccante stesso in una serie di movimenti circolari di cui lui è il centro stabile, fino a quando l’aggressore, ormai completamente sbilanciato, sarà sottoposto alla tecnica (leve articolari o proiezioni) più adatta al tipo di attacco compiuto e così reso inoffensivo. Inutile nascondere che per arrivare ad un livello di padronanza dell’Aikido tale da poter mettere veramente in pratica quanto detto in una situazione reale di pericolo occorrono molti più anni di allenamento che in tutte le altre arti marziali. Per delineare ulteriormente il quadro di tale disciplina ed evidenziarne ancora la completezza didattica, occorre ricordare come ne facciano parte anche la pratica con la spada di legno (il bokken) e il bastone corto (il jo).

   

   

   Nell'Aikido, le principali virtù sono 4:

 

 

"La virtù del coraggio"  : bisogna affrontare  coraggiosamente tutte le sfide che la vita ci riserva e combattere la buona battaglia fino all'ultimo. Si deve avere il coraggio di sacrificare se stessi quando è necessario, di ammettere gli errori e di assumersene la piena responsabilità. Questa virtù genera forza di volontà e determinazione.

"La virtù della saggezza" : l'Aikido è l'arte di apprendere a fondo le cose, l'arte di conoscere se stessi non bisogna mai smettere di imparare.

"La virtù dell'amore" : l'amore deve essere diretto alle cose e alle idee.

 Ueshiba diceva : "nel vero Budo non vi sono nemici, perchè esso è in funzione dell'amore".

"La virtù dell'empatia" : è la dimensione sociale dell'Aikido; se i principi dell'Aikido non vengono applicati nel campo delle relazioni umane, dell'ecologia e della politica, hanno scarso valore.

 Il maestro Ueshiba diceva : "prima di tutto, dovete mettere ordine nella vostra vita, quindi imparare come mantenere rapporti ideali con la vostra famiglia; poi, dovete sforzarvi di migliorare le condizioni nel vostro paese, e infine cercare di vivere armoniosamente con tutto il mondo".